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Profumo di rose e caffè



Care amiche,

83 giorni fa, con l'inizio della guerra in Ucraina, ho deciso di mettere in pausa, dopo sei anni, il nostro appuntamento con il #cafè. Non ne trovavo più il senso, sentivo l’odore della guerra dentro casa, così invasivo, spiazzante, anacronistico, e tale da prendere il sopravvento sul delicato profumo di caffè. Quel caffè che porta con sé il profumo dell’incontro, quella sottile promessa di piccola felicità per chi lo prepara, il sottoscritto, e per chi lo riceve, la mia innamorata.

Sono Istanti di risveglio i miei caffè con vista su qualcosa di bello che ho accanto e che, forse, senza il mio #cafè non vedrei.

Ho scoperto che la bellezza inspirata e respirata al primo mattino, a volte, può cambiare prospettiva a quelle giornate che non promettono bene. Ma tante mattine accanto a te vedi cose già viste nei giorni precedenti e non provi più le stesse emozioni. Colpa dell’assuefazione.

Eppure so che posso creare nuova bellezza con la passione nel mettere insieme, in modo nuovo, elementi già esistenti dentro casa. Posso uscire di casa con animo ricettivo e chiedere aiuto alla natura, ai paesaggi, alle opere d’arte disseminate nelle città. Posso, se con fiducia e serendipità.

Poi scopro che esiste sì l’assuefazione anche al bello, ma quello su cui mi autodenuncio è l’assuefazione al brutto, e la vera bruttezza è la guerra e l’abitudine a essa!

Allora mi dico: "Eh, caro Salvo, non te lo puoi permettere". E con pudore aggiungo: non ce lo possiamo permettere. Altrimenti la guerra vince sulla bellezza.

Stamattina il risveglio, la primavera, la natura e il suo profumo suggeriscono che, comunque vada, vale sempre la pena scommettere sulla forza della bellezza. La bellezza dello stare insieme, perché siamo nati per stare insieme come le rose che dialogano fra loro attraverso il profumo.

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