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Camaleontiche o fedeli a se stesse? Come prepararsi al cambio look

Settembre, nella cultura occidentale, corrisponde a un momento di ripartenze e rinascita. Prova ne è il fatto che molto spesso le donne, appena rientrate dalla vacanze estive, prenotano in salone un cambio look. Per una metamorfosi che non necessariamente deve essere radicale. A volte basta poco per riaccendere la vostra vitalità.



Studiare un cambio look non è un’impresa da poco. Ma è una sfida avvincente, che mi affascina ogni volta. Una sfida che ha a che fare non solo con l’idea che ognuno ha di se stesso, ma anche con l’idea che gli altri hanno di noi, per raggiungere ciò che sentiamo evolvere di noi stessi in un nuovo ritratto della nostra personalità. Un ritratto interiore, che vogliamo vedere materializzarsi esternamente, anche attraverso i capelli.


Per quanto io possa disegnare ciò che di rivoluzionario vedo in voi, devo spesso scendere a compromessi con ciò che, nell’immediato, siete in grado di sostenere. Nel confronto con l’immagine consolidata che avete di voi stesse e con quella che il mondo ha percepito di voi fino a quel momento.

© Compagnia della Bellezza

Tutto questo riguarda non solo l’aspetto fisico, ma anche l’aspetto energetico e il grado di sicurezza che lo accompagna. Perché la bellezza opera su tre livelli: proporzione, stile e spirito. Se lo spirito non è forte abbastanza, persisterà il bisogno di sentirsi accolti. Ma qualsiasi scelta deve senz’altro coniugare, di base, due elementi: il face code, ovvero il codice del volto, con la sua proporzione e armonia, e il color code, ovvero il codice del colore, con la sua luce e le sue sfumature. Bisogna quindi individuare ciò che vi valorizza in termini fisici, sia come forma che come colore. Bisogna, cioè, fare incontrare i capelli tra di loro, seguendo una bella linea che incontri con la giusta complicità il volto, i suoi equilibri. Dando risalto alla vostra allure, al modo di essere che vi definisce nello stile. E agganciando il vostro spirito, la vostra anima. Il vostro sguardo. Fino a raggiugere quella magia per cui tutti gli equilibri funzionano nel loro incontro.

È questo la bellezza: una concatenazione di incontri felici.


Anche la vostra gestualità mi dice molto, quando vi conosco per la prima volta e dialogo con voi. Per imparare a cogliere qualcosa del vostro essere, del vostro essenziale. La gestualità con cui interagite con i vostri capelli vale per me, spesso, più delle parole. Ciò che mi raccontate di voi mi è utile, certo, ma ciò che fate istintivamente con i vostri gesti mi fa scoprire i punti dove cercate più volume, quelli che invece cercate di ridimensionare con un’aderenza, i punti del volto che tendete a coprire o a scoprire. In questi piccoli movimenti capisco cosa state cercando, al di là di ciò che mi dite a parole. Parole spesso intrise di abitudine, o false convinzioni.



Vedervi muovere nello spazio mi aiuta a capire se avete bisogno di una forza “cielo”, che vi sollevi, vi dia uno slancio, oppure di una forza “terra”, che vi riempia, vi dia stabilità.

È questo ciò che vi aspettate da me, quando entrate nel mio salone e mi chiedete un cambio look: che io vi porti “oltre”, e scopra in voi quello che di voi stesse probabilmente non avete mai visto.

Mi aiuta il fatto di vedervi per la prima volta. Il mio occhio è attento, il mio sguardo su di voi è fresco, non c’è abitudine tra di noi. E vedo così la potenzialità, il luogo in cui energeticamente posso accompagnarvi. Quello che deve venire fuori nel vostro cambio look è ciò che né io né voi prima di incontrarci sapevamo, quel quid nuovo che nasce dal nostro incontro, le vostre indicazioni e le mie competenze.



Non si tratta di quella metamorfosi radicale che la mitologia e la letteratura ci hanno raccontato, da Ovidio a Kafka. Non si tratta, per forza, di diventare altro da ciò che si è.


C’è la donna camaleontica, che muta, cambia pelle, si trasforma. Alla maniera di Madonna o Lady Gaga, che giocano tanto con l’estetica. E c’è la donna fedele a se stessa, ferma nella propria identità che può anche diventare iconica, come è stato per Jackie Kennedy, Marilyn Monroe o Raffaella Carrà. Con la donna camaleontica possiamo osare, insieme, e il gioco funziona quando c’è consapevolezza. Con la donna fedele a se stessa, invece, non posso essere troppo rivoluzionario perché per lei ogni piccolo cambiamento è un grosso cambiamento.



Non esistono certezze assolute, se non una. Ogni donna può stare bene con più look, appartenere a più mondi. E di volta in volta può scegliere in funzione di ciò che il suo livello energetico suggerisce e che in quel momento può farla sentire a suo agio, in armonia con se stessa e con gli altri. Allora vi dico: giochiamo con la nostra estetica, secondo un prisma di possibilità che ci stanno bene addosso.

Possiamo variare, cambiare, spaziare. Ma da cosa dipende la scelta? Dal vostro valore energetico, dalla vostra vitalità. Un cambio look deve migliorare questo aspetto. Quando funziona, aggancia una parte di voi e la porta fuori, allo scoperto. E potenzia quell’energia vitale che ringiovanisce, materializzando un desiderio che è dentro di voi e che, attraverso un nuovo esteriore, vi coinvolgerà in un circolo virtuoso.

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